Ciò ch'è vero per tutte le Nazioni, lo è doppiamente per le Nazioni che sorgono. Nella moralità dei loro ordini sociali e delle norme che ne dirigono la condotta politica sta non solamente il compimento del Dovere, ma il pegno del loro avvenire. Come la vita del commercio ed ogni vasto sviluppo economico posano sul credito, la vita complessiva d'un popolo e l'incremento nazionale posano sulla fiducia che gli altri popoli pongono in esso; e quella fiducia ha bisogno d'un programma definito accettato e invariabilmente mantenuto nelle transazioni interne e segnatamente internazionali del nuovo popolo. Dai mercati economici alle alleanze politiche, tutto si schiude agevolmente a una Nazione che vive d'una vita normale fondata sopra un principio morale la cui sorgente è nota e le cui conseguenze sono logicamente e praticamente dedotte negli atti: dove manca, dove non esiste norma dall'arbitrio infuori degli individui e dei capi, i popoli guardano diffidenti, sospettosi, gelosi. Un trionfo carpito al delitto o all'altrui codardìa può affascinarli o impaurirli a concessioni e a riverenza apparente, ma per breve tempo, e il primo indizio di decadimento o fiacchezza li muterà. Par avere negato l'idea di Nazionalità, anima dell'Epoca nuova e sostituito alla potenza d'un principio la propria, genio, forza e prestigio del primo Napoleone sparirono davanti al subito inaspettato fremito dell'Europa rifatta ostile non sì tosto parve interrompersi per lui il corso delle vittorie. E la Francia dell'ultimo Napoleone, orgogliosa pochi anni addietro della sommissione abjetta di tutti i Governi Europei non trovò, nella prima ora di crisi, un solo alleato.
| |
Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
|
|
Nazioni Nazioni Dovere Nazione Nazionalità Epoca Napoleone Europa Francia Napoleone Governi Europei
|