Quei che ponevano pochi dì sono la vita per impedir che cadesse, dovrebbero più che altri pensarci.
L'Italia ha evidentemente dalla Storia, dalle condizioni dell'Europa, dai caratteri del suo risorgere, una doppia missione: compiendola, essa si porrebbe a capo d'un'Epoca.
La prima - abolizione del Papato, conquista pel mondo dell'inviolabilità della coscienza umana e sostituzione del dogma del PROGRESSO a quello della caduta e della redenzione per grazia - è missione religiosa della quale ora non intendiamo parlare e da maturarsi a ogni modo, prima che i decreti d'un popolo di credenti non vengano a compirla col pacifico apostolato. Ma la seconda - sviluppo del principio di NAZIONALITÀ come regolatore supremo delle relazioni internazionali e pegno sicuro di pace nell'avvenire - è missione politica, connessa intimamente coll'altra, perchè guida a un nuovo riparto Europeo che fu sempre, in tutte le grandi Epoche storiche, preludio a una trasformazione religiosa, e da compirsi coll'influenza morale, appoggiata, occorrendo e sotto il momento propizio, dall'armi.
Nazionalità è infatti la parola vitale dell'Epoca che sta per sorgere. Le guerre combattute in Europa dagli ultimi anni del primo Impero fino a noi originarono quasi tutte da quel principio: suscitate da popoli rivolti a conquistarsi nazionalità o a proteggerla dagli assalti altrui o promosse da monarchie tendenti a impadronirsi di moti nazionali antiveduti inevitabili e sviarli dal segno. I popoli chiamati da tendenze provvidenziali a conglomerarsi per vivere di vita normale e compire liberamente e spontanei un ufficio in Europa sono oggi, i più, smembrati, divisi, servi d'altrui, aggiogati a chi ha fine diverso, separati per opera di violenza da rami della stessa famiglia, deboli quindi e inceppati nei loro moti, nelle loro legittime aspirazioni.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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