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      L'Europa come escì dalle conquiste e dai trattati dinastici non è l'Europa quale il dito di Dio segnava coi grandi fiumi e colle grandi linee di montagne la divisione del lavoro alle generazioni de' suoi abitanti. E finchè nol sia, la pace che tutti cerchiamo è sogno di menti illogiche che imaginano potersi conquistare senza la Giustizia i suoi frutti. Le Nazioni rappresentano le diverse facoltà umane chiamate a raggiungere associate, non confuse e sommerse l'una nell'altra, il fine comune e hanno eterno il diritto di vivere di vita propria: non si associa chi non vive e non comincia dall'affermare la propria individualità. I panteisti della politica che sconoscono quel diritto e paventano nel principio di nazionalità un germe di gare e guerre continue, dimenticano che le Nazioni non furono sinora libere mai nè fondate sulla coscienza popolare, ma soggiacquero, nella loro vita politica, al monopolio delle famiglie regie e delle avide loro ambizioni: negano il disegno provvidenziale indicato dalle configurazioni geografiche e rivelato dalla Storia; sopprimono i mezzi che fanno possibile il raggiungersi dell'intento; e avvalorano, senza avvedersene, il concetto di monarchia universale che accarezzò nel passato la mente d'ogni regnatore potente e inondò l'Europa di sangue sparso senza santità di sagrificio, nè frutto. Le Nazioni sono unico argine al dispotismo d'un popolo, come la libertà degli individui al dispotismo di un uomo.
      Il rimaneggiamento della carta d'Europa è nei fati dell'Epoca e si compirà attraverso una serie di battaglie inevitabili.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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