L'Italia, se intende ad essere grande, prospera e potente davvero, deve incarnare in sč questo concetto del riparto d'Europa a seconda delle tendenze naturali e della missione dei popoli. Essa deve piantare risolutamente sulle sue frontiere una bandiera che dica ai popoli: LIBERTĄ, NAZIONALITĄ, e informare a quel fine ogni atto della sua vita internazionale.
Č la nostra terza missione nel mondo. La Roma dei Cesari involņ alla Repubblica il concetto dell'Unitą politica, e quanto e dove era allora possibile, lo tradusse in fatto coll'armi delle Legioni: la Roma dei Papi tentņ il concetto dell'Unitą morale e riescģ in parte colla parola de' suoi sacerdoti e de' suoi credenti; ma l'una e l'altra non riconobbero - nč lo potevano allora - il moto collettivo provvidenziale delle Nazioni, non videro nel mondo che la propria potenza, e gli individui umani che dovevano subirla non ebbero intermediarī cooperatori tra sč e il fine proposto e non trovarono quindi stromento a raggiungerlo fuorchč quello dell'autoritą assoluta dispotica sui corpi e sull'anima. La Roma del Popolo, della Nazione Italiana, credente nel Progresso, nella vita collettiva dell'Umanitą e nella divisione del lavoro tra le Nazioni, deve affratellarle all'impresa: guidatrice e soccorritrice.
E alla doppia missione che diciamo prefissa all'Italia accennano le necessitą prime del nostro risorgere, che non potč iniziarsi se non intimando guerra al Papato, custode della vecchia autoritą illimitata, e all'Impero d'Austria, negazione, potente oltre ogni altra in Europa, della nazionalitą; nč potrą compirsi se non procedendo innanzi e fino alle ultime conseguenze su quella via.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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