Ciò che per altri può essere semplicemente dovere morale, è legge di vita per noi.
Le migliori alleanze, anche per popoli già costituiti, viventi di vita normale e senza missione speciale, son quelle che si stringono con chi è abbastanza potente e abbastanza vicino per giovare all'intento, ma non lo è tanto da potere, sotto pretesto di servizî resi o tentazione d'operazioni miste e comuni, imporre la propria volontà e varcare per egoismo d'ingrandimento i limiti apertamente stipulati nei patti dell'alleanza; e di quali danni possa essere feconda la violazione di questa norma ha fatto recente e dolorosissima prova l'Italia. Per noi, popolo nuovo e che non può entrare degnamente e con securità d'avvenire nella comunione delle Nazioni se non aggiungendo agli elementi esistenti un nuovo e utile elemento di vita, le alleanze durevoli non possono fondarsi che sulla conformità della fede politica e dell'intento. I nostri alleati naturali sono tra i popoli che tendono con diritto ad assodare la loro unità nazionale o a conquistarsela con probabilità di successo. Le Nazioni costituite da lungo, e potenti per tradizione, guarderanno per lungo tempo, con istinti di gelosia e di sospetto, a una Nazione che sorge e il cui progresso le minaccia di nuove influenze e di concorrenza economica. Tra i popoli nuovi soltanto noi troveremmo amicizia sincera fondata sull'importanza della nostra per essi, riconoscenza degli ajuti negati da altri e prestati da noi, incremento ai nostri già avviati commerci, nuovi mercati crescenti col crescere della vita suscitata in quelle terre risorte, giovamenti d'ogni sorta senza pericoli.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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