E a questa insurrezione non manca per aver luogo a convertirsi rapidamente in vittoria se non l'accordo fra quei tre elementi gelosi anch'oggi per vecchî ricordi di guerre e oppressioni reciproche, l'uno dell'altro.
Proporre e far prevalere le basi di questo accordo è missione italiana.
Sorti in nome del Diritto Nazionale, noi crediamo nel vostro, e vi profferiamo ajuto per conquistarlo. Ma la nostra missione ha per fine l'assetto pacifico e permanente d'Europa. Noi non possiamo ammettere che lo Tsarismo russo sottentri, minaccia perenne alla Libertà, ai vostri padroni; e ogni vostro moto isolato, limitato a uno solo dei vostri elementi inefficace a vincere, incapace s'anche vincesse di costituire una forte barriera contro l'avidità dello Tsar, giova alle sue mire d'ingrandimento. Unitevi: dimenticate gli antichi rancori: stringetevi in una Confederazione e sia Costantinopoli la vostra Città Anfizionica, la città dei vostri Poteri Centrali, aperta a tutti, serva a nessuno. Ci avrete con voi. È questo il linguaggio che dovrebbe tenere a quelle popolazioni l'Italia. L'Italia repubblicana lo terrebbe. L'Italia monarchica non lo terrà mai.
E mentre consigli e profferte siffatte spianerebbero la via a una soluzione della tormentosa questione d'Oriente favorevole al principio di nazionalità e avversa un tempo all'ambizione russa, profferte simili inoltrate alle popolazioni della Dalmazia, del Montenegro, della Croazia e delle terre daco-romane, preparerebbero il disfacimento dell'Impero d'Austria e compirebbero il concetto della nostra politica.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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