Prima un tempo e più potente colonizzatrice nel mondo, vorrà l'Italia rimanere ultima in questo splendido moto?
Schiudere all'Italia, compiendo a un tempo la missione d'incivilimento additata dai tempi, tutte le vie che conducono al mondo asiatico: è questo il problema che la nostra politica internazionale deve proporsi colla tenacità, della quale, da Pietro il Grande a noi, fa prova la Russia per conquistarsi Costantinopoli. I mezzi stanno nell'alleanza cogli Slavi meridionali e coll'elemento ellenico fin dove si stende, nell'influenza italiana da aumentarsi sistematicamente in Suez e in Alessandria e in una invasione colonizzatrice da compirsi, quando che sia e data l'opportunità, nelle terre di Tunisi. Nel moto inevitabile che chiama l'Europa a incivilire le regioni africane, come Marocco spetta alla Penisola Iberica e l'Algeria alla Francia, Tunisi, chiave del Mediterraneo centrale, connessa al sistema sardo-siculo e lontana un venticinque leghe dalla Sicilia, spetta visibilmente all'Italia. Tunisi, Tripoli e la Cirenaica formano parte, importantissima per la contiguità coll'Egitto e per esso e la Siria coll'Asia, di quella zona africana che appartiene veramente fino all'Atlante al sistema europeo. E sulle cime dell'Atlante sventolò la bandiera di Roma quando, rovesciata Cartagine, il Mediterraneo si chiamò Mare nostro. Fummo padroni, fino al V secolo, di tutta quella regione. Oggi i Francesi l'adocchiano e l'avranno tra non molto se noi non l'abbiamo.
Sono i disegni, ai quali accenniamo e che andremo via via svolgendo, utopie?
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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