E voi che avete rinnegato quella missione pel fatto potente dell'oggi, sagrificando le convinzioni dell'intelletto a un officio, a un titolo, a una pensione, voi che nel poco contatto avuto per calcolo politico colle Associazioni operaje tentaste di persuaderle in Torino, in Milano, in Napoli ad abbandonare ogni pensiero, ogni dovere di cittadini per non occuparsi che delle proprie condizioni materiali, spingendole cosė al vizio ch'oggi atteggiandovi a puritani rimproverate, voi che, irritati dal generoso rifiuto delle pių tra le Associazioni, le denunziate all'Europa come fomite di perdizione e chiamate gli agiati a premunirsi contro il pericolo, siete a un tempo calunniatori e - se noi fossimo capaci pių d'ira che di disprezzo - imprudenti.
Lasciamo i tristi gazzettieri all'oblėo. Ma tra gli uomini che s'intitolano, non intendiamo il perchč, moderati, come se tra il bene e il male del paese la parola moderazione potesse aver senso, al di sotto delle poche centinaja di faccendieri raggiratori che invadono le altre sfere, sono migliaja d'Italiani che amano come noi la patria, illusi di buona fede sulle vie che guidano al suo incremento e non d'altro colpevoli che di lasciarsi ciecamente ingannare, tra per soverchia arrendevolezza d'animo, tra per ignoranza di noi e delle nostre idee, da quei pochi raggiratori. Molti fra i nostri confondono queste due classi d'uomini e hanno torto. I primi illudono, e con essi s'ha da fare assoluto divorzio: i secondi non sono che illusi, e ci corre debito fraterno d'insistere a illuminarli e richiamarli al severo esame dei fatti.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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