E a questi diciamo:
Voi non avete in Italia minaccia di pericoli sociali, di guerre tra classe e classe, di sconvolgimenti inspirati da ree passioni o da cupidigie volgari. Gli artigiani delle nostre città, miseri e angustiati come pur troppo sovente sono, non trascorrono a pensieri di violenza o mutamenti ingiusti e arbitrarî per sottrarre la loro vecchiaja alle crisi inevitabili d'una condizione che concede raramente la possibilità di risparmî: costituiscono, per senno istintivo, pazienza e amore intenso, disinteressato, di patria, una delle migliori speranze del nostro avvenire; e spira in essi un alito di quella virtù cittadina che animava le generazioni di popolani per le cui opere le antiche nostre Repubbliche diedero spettacolo unico al mondo di prosperità e di grandezza. Scendete tra essi: affratellatevi: interrogateli. Vissi, io che scrivo, con essi, e li vidi - quando proscritto e dannato nel capo dai governucci d'Italia, cercavo, volendo pure di tempo in tempo rivedere la terra che mi diè vita, asilo nelle loro case - a piangere sulle pagine di storia che registrano le nostre sciagure, a inorgoglirsi d'orgoglio generoso su quelle che ricordano le nostre glorie passate. Quando il primo incerto e debole soffio di libertà corse le nostre contrade ed essi se ne giovarono a raccogliersi in associazioni, la loro vita collettiva non varcò mai, ordinati i modi d'ajuto reciproco, al di là d'una giusta speranza di lento e pacifico progresso economico e d'un vivissimo desiderio d'una educazione che li rendesse capaci di giovare più efficacemente all'inalzarsi dell'edifizio italiano, all'onore, alla potenza, alla legittima influenza della bandiera italiana nel mondo: Nizza, Lissa, Custoza irritano le anime loro più assai che lo squilibrio frequente fra i salarî e le necessità della vita per sè e le famiglie; la servile politica seguìta dai nostri ministri e le transazioni col Papa che profanano Roma suscitano più fremito in essi che non l'ingiusto riparto dei frutti d'una produzione senza essi impossibile.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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