Pretender di chiudere il varco all'Avvenire è follìa: follìa il non curarlo e nascondere, come lo struzzo, il capo dentro la sabbia per non vedere il nemico che si avvicina. Tutti i problemi secondarî della vita stanno racchiusi in quell'Avvenire e ne dipendono. E quasi tutte le convulsioni d'anarchia, di risse civili, di rovina economica, che afflissero negli ultimi cento anni i popoli d'Europa, derivarono, a chi ben guarda, dalla improvvida noncuranza, dalla resistenza tentata, dalla ostinazione delle classi già fornite d'educazione intellettuale e ricchezza a non voler assumersi l'iniziativa degli inevitabili mutamenti e averla invece lasciata ai casi fortuiti o agli istinti, buoni quasi sempre, ma facili a traviarsi, delle moltitudini.
E uno dei principali caratteri di quest'Epoca nuova che albeggia, di questo moto europeo, è visibilmente la tendenza all'associazione, all'associazione proposta al libero assenso dell'individuo, siccome fine d'ogni suo sforzo e missione della sua vita; e il principale nuovo elemento, chiamato a tradurre in atto la nuova tendenza, è l'elemento delle Classi operaje. Ogni epoca reca infatti con sè una definizione della Vita; ed è in oggi la definizione, che sostituisce la legge del Progresso a quella della caduta e dell'espiazione: - un'idea del fine da cercarsi, ed è l'idea dell'Associazione che sottentra all'attività individuale: - un nuovo elemento, stromento aggiunto, per raggiungerlo, agli altri; ed è, al di fuori dei popoli già costituiti, l'elemento slavo; in seno a ogni popolo, l'elemento operajo.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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