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      In questa ineluttabile necessità sta, lo ripetiamo, la sorgente di tutti gli errori, di tutte le colpe francesi.
      La falsa teoria della sovranità dell'io, la falsa dottrina che ogni popolo, ogni individuo appartiene a sè stesso e non al fine che gli è prescritto, che deve a ogni patto cercar di raggiungere e che solo dà valore e consecrazione alla vita, trascinarono, nella Rivoluzione Francese, non dirò Hebert, Chaumette e altri siffatti alle orgie di terrore e di sangue che spaventarono e spaventano tuttora i popoli, ma uomini come Brissot e Isnard alla negazione d'ogni Sovranità Nazionale, al predominio delle più piccole località sull'insieme, al federalismo logicamente spinto fino alla sovranità del campanile di ogni comune che, ingiustamente attribuiti ad altri, costarono al paese il miglior sangue della Gironda e, riprodotti in oggi dagli insorti di Parigi, costano un nuovo grado di decadimento alla Francia. Poi sottentrò, accolto da un popolo stanco di stragi cittadine e al quale il terrore avea già insegnato a prostrarsi davanti alla vittoria e alla Forza, Napoleone; e nel secondo periodo della sua dominazione, quando il senso d'una missione perì in lui sotto l'orgoglio del Potere e la tendenza a sprezzare i popoli che lo adulavano, egli scavò più profondo il solco del materialismo pratico nell'anima della Francia, rinnovando, per calcolo errato, una larva di potenza a un Cattolicesimo incadaverito e nel quale ei non credeva: ponendo in luogo della Nazione sè stesso e un esercito, creando in quell'esercito l'idolatria della bandiera senza riguardo al principio che solo può santificarla, e nella Nazione l'idolatria della Gloria e della Conquista senza riguardo al fine pel quale è mietuta la prima, e alla missione d'incivilimento che sola può far talvolta legittima la seconda; aborrendo, perchè ne temeva, le idee e accarezzando soltanto una scienza collettrice di fatti; avvezzando i Francesi a credere che quanto la Francia voleva e poteva era diritto.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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