Non aveva la Religione abolito, da diciotto secoli, la perpetuità delle classi anatemizzando il dogma delle due nature e insegnando che tutti gli uomini sono figli di Dio? Non vaticinava la Storia ai discendenti degli emancipati di sette secoli addietro che, come anteriormente al tramutamento dei servi in uomini dei Comuni gli schiavi s'erano mutati in servi, verrebbe tempo nel quale gli assalariati si convertirebbero in lavoranti associati? E non esciva da ogni tradizione politica severa e perenne lezione che i gradi di Progresso assegnati all'Umanità si compiono lentamente, pacificamente, per iniziativa di chi sta in alto o colla violenza del turbine dalla ribellione di chi sta in basso?
Le classi medie dimenticarono il loro Dovere e dimenticarono le norme elementari d'ogni prudenza. Traviata da una falsa filosofia e da una politica derivata da quella e che non potea varcare al di là dei diritti dell'io, obliarono che ogni loro conquista s'era compiuta coll'ajuto delle moltitudini chiamate, infiammate da promesse di miglioramenti e di libertà. I loro diritti, diritti di stampa, di associazione, d'ammessione agli ufficî, d'elettorato e d'eleggibilità, pei quali il popolo, ineducato e costretto a un lavoro di tutte le ore per vivere, non potea giovarsi, erano oggimai securi: a che combattere per gli altrui? Senza concetto di Dovere, che non può derivare se non da una Legge suprema, nè di fine comune, che non può derivare se non da un disegno intelligente preordinato, nè di vita oltre questa, che il freddo sterile Deismo adottato non racchiudeva, rimaneva il culto degli agi, dei conforti, degli interessi, della materia; e vi si travolsero.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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