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      Da oltre a quarant'anni, la questione della quale Parigi s'è fatta in questi ultimi mesi tristissima interprete, s'agita esplicita, più e più sempre minacciosa in Francia, in Inghilterra e in Germania, nelle classi artigiane; e chi pensò seriamente a risolverla? Chi provvede a schiuderle le vie del progresso pacifico? Le classi governative, i posseditori, nei Parlamenti o fuori, degli ufficî e dei capitali, schernirono la parola di quelle classi e ne soffocarono gli atti nel sangue. Hanno convertito ciò che avrebbe dovuto essere opera concordemente tentata in duello: hanno detto: v'impediremo la via colla Forza: le conseguenze dovevano escire inevitabili. Non giova maledire: bisogna mutar le premesse. E affrettarsi: per quanto è più sacro, affrettarsi.
      Professori, senatori, marchesi, gazzettieri e voi tutti che, atteggiandovi a sussiego d'economisti, degnate annunziarci per via d'epistole laudatorie reciproche che v'occupate di salvare la società minacciata, perchè, invece di consigliare amorevolmente il malato e lenirne l'irritazione, cominciate per oltraggiarlo? E perchè, usurpando la definizione materialista e puramente negativa data da Bichat(324)) alla Vita, non trovate dall'alto della vostra scienza altri rimedî da quelli infuori che sommano nella parola resistere? Religione, voi dite; e lo diciamo noi pure; ma quale? Noi la cerchiamo nel futuro e tale che dall'alto dell'eterna rivelazione di Dio attraverso le nostre facoltà e le tendenze della vita collettiva, stringa in armonia Terra e Cielo, santifichi coll'adempimento del Dovere i diritti, e insegni all'uomo che deve non distruggere, ma sviluppare e perfezionare gli elementi dei quali si compone la Tradizione dell'Umanità: voi retrocedete a brancolare tra le rovine del lontano passato e vi riannettete per tardo calcolo di paura a una religione che insegnava rassegnazione al Male quaggiù, diceva: al cielo, al cielo! perchè si sentiva incapace di trasformare la terra, e scaglia oggi col Sillabo anatema al Moto.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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