Da dove dedurrete l'esistenza d'un fine comune a tutti che v'autorizzi a dir loro: "siamo, dobbiamo essere tutti fratelli e associati a raggiungerlo?" Invocherete l'interesse che vi sprona a conquistare? Ma con qual diritto negherete agli altri l'interesse che li sprona a conservare? In virtù di quale principio, di quale dovere chiamerete gli avversi, i vostri, occorrendo, al Martirio? E perchè? I sacrificî, il martirio non possono creare immediato il mutamento di condizioni invocato. Voi combattete e chiamate altri a combattere pei vostri figli, per quei che verranno: or chi v'assicura, se il mondo è governato dal caso o da forze fisiche operanti senza scopo e d'incerta durata, che esciranno dalle opere vostre e rimarranno stabilmente i frutti sperati? Invocherete la Forza, che senza santificazione d'un fine prescritto è violenza? Il numero che, se non è l'espressione, l'interprete d'una Legge Morale, cede all'arbitrio d'un impulso, d'una seduzione, d'un errore? Il senso d'un interesse materiale ch'io ho veduto spingere il popolo un giorno a fondare Repubblica, un altro a fondar l'Impero? E badate: la questione ridotta nei termini della pura forza pende dubbiosa. I sostenitori dell'ordine attuale hanno ordinamento vecchio di secoli, potente di disciplina e di mezzi che nessuna società internazionale, combattuta d'ora in ora e costretta a operar nel segreto, potrà raggiungere mai. Oggi, il vostro moto è santo perchè s'appoggia appunto sulla Legge Morale negata, sulla progressione storica rivelata dalla Tradizione dell'Umanità, sopra un concetto d'educazione, d'associazione crescente, d'unità della famiglia umana, prefisso da Dio alla Vita.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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