La vita del Comune fu storicamente preceduta da quella di famiglia: perchè non risalir fino a quella? Non leggete appunto nella progressione ascendente seguìta ovunque dalla famiglia al Comune, dal Comune alla Nazione, dalla Nazione isolata al concetto della Federazione delle Nazioni, l'opera della Legge che vi chiama a stringervi più sempre in più vasta e intima Associazione? Se vi sentite, insistono, stretti a fratellanza di Patria, anche col nostro ordinamento rimarrete tali. No; non rimarrete. L'educazione morale eguale e le leggi uniformi son necessarie a trasmettere di generazione in generazione quel sacro accresciuto deposito di fratellanza in un fine concordemente accettato: ed essi lasciano l'educazione e le leggi all'arbitrio d'ogni Comune. Abbiate educazione e leggi affidate in quasi novemila Comuni a influenze predominanti per un tempo negli uni o negli altri d'uomini di progresso o retrogradi, d'unitarî o federalisti, di credenti in Dio e nell'anima immortale o di materialisti o di clericali cattolici; e avrete, dopo un terzo di Secolo, rinati tutti i piccoli egoismi locali, financo il nome di Patria svanito e risorte le risse civili del medio evo; e intanto, angustia di mezzi per ogni dove, tronche le vie ai grandi sviluppi politici, intellettuali, economici, ridotta la vita italiana a povera, gretta esistenza vegetativa. Il concetto dell'Internazionale guida inevitabilmente all'anarchia e all'impotenza.
Negazione d'ogni proprietà individuale - cioè d'ogni stimolo alla produzione da quello della necessità di vivere in fuori.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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