La proprietà collettiva rappresentò il primo stadio della vita economica, quando l'umanità nell'infanzia non era peranco escita dal sistema patriarcale delle famiglie. Oggi non dura che nei Comuni di Russia, dove da alcuni anni i lavoratori, emancipati dalla servitù, s'affrettano a procacciarsi proprietà individuale.
Nè prolungherò questo ingrato esame. I pochi punti toccati devono, parmi, bastarvi per giudicare se dall'Internazionale possa o no venirvi salute.
No; voi non lascerete, per proposte siffatte, la via calcata sinora, e io potrò, sino all'ultimo giorno, movere su quella con voi. Se v'è città fra le nostre nella quale l'Internazionale abbia trovato aderenti, è quella - non la nomino, ma v'è nota - dove l'elemento operajo e più muto, più ritroso ad ogni vitalità di progresso.
Quando, riandando la Storia, trovate idee che, sorte col primo noto periodo della vita dell'Umanità, hanno vissuto con essa d'Epoca in Epoca, trasformandosi sempre, ma rimanendo sempre e per ogni dove, nella loro essenza, inseparabili dalla società e più forti d'ogni rivolgimento distruggitore d'altre idee appartenenti a un solo Popolo o a un'Epoca sola - e se, interrogando nei migliori momenti d'affetto, di santo dolore, di devozione al Bene, la vostra coscienza, sentito dentro un'eco a quelle idee che i secoli vi trasmettono - quelle idee son vere e ingenite nell'Umanità della quale devono seguire il progresso: voi potete e dovete modificarle, purificarle, migliorarne lo svolgimento e l'applicazione; non abolirle.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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