È probabile che la proposta perirà sommersa nell'inerzia comune. Pure, i tempi son tali da rompere quella inerzia; e di fronte agli incitamenti che vengono dal di fuori, importa davvero che in qualche modo, con qualche dimostrazione visibile, le classi medie convincano gli artigiani che non sono, come altrove, condannati alla solitudine e che il loro progresso è a cuore di quanti hanno a cuore il progresso della Nazione.
ALLE SOCIETÀ OPERAJEL'AVVENIRE DI TORINO E L'UNIVERSALE DELLA SPEZIA(327))
Voi m'avete scelto a vostro rappresentante nel futuro Congresso operajo. Non potevate farmi più alto onore e vi serberò riconoscenza perenne; ma non posso accettare e devo accennarvene le ragioni.
La prima è nelle mie condizioni fisiche. Infiacchito dagli anni e malfermo nella salute, io mi sento oggimai assolutamente incapace di lunghe discussioni pubbliche e non potrei compire debitamente la parte che voi mi assegnate.
La mia presenza nuocerebbe probabilmente al fine che vi proponete e darebbe, nell'opinione di molti, al Congresso un carattere politico che voi dovete e volete evitare. Voi non potete, operaî italiani, rinnegare, come tentarono e tentano in altre terre, l'unità del problema umano e separare dalla questione nazionale e di progresso politico la questione economica: siete uomini e cittadini come operaî e non può compirsi progresso per voi se prima non si compie nell'elemento patrio in cui foste posti a vivere. Ma l'intento principale del vostro Congresso è oggi quello di costituirvi, di raccogliervi tutti quanti siete, smembrati tuttora in nuclei locali, sotto il Patto di fratellanza e la Direzione centrale che deve farvi capaci d'esprimere officialmente ed efficacemente al paese i vostri bisogni, i mali che vi affliggono, i rimedî che intravedete possibili.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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