E per questo, voi non avete bisogno di me. Importa anzi tutto che la vostra voce a le vostre deliberazioni escano spontanee e libere, per tutti quei che guardano in voi, da ogni sospetto d'influenza straniera al fine che ora vi proponete. Quando udrò determinato il tempo pel vostro convegno, io vi porgerò pubblicamente quei pochi consigli che il mio cuore mi suggerisce opportuni; ma il mio intervento personale darebbe pretesto agli avversi a voi per accusarvi d'aver ceduto, in qualche vostra determinazione, all'amore che, meritamente o immeritamente, avete per me e per accusarmi, dacchè gli uomini di mala fede non credono mai alla sincerità altrui, di tendere a mutare la vostra in una manifestazione esclusivamente politica e favorevole alle credenze dell'anima mia. Parmi debito d'evitarlo.
E finalmente - perchè tacerei con voi di ciò che forse non è che debolezza mia individuale? - quando nel 1849, dopo la santa e gloriosa difesa, Roma fu occupata dalle armi di Francia, corsi e ricorsi solo, per una settimana ancora e pericolando, le vie della città misteriosa, ch'io fin dai primi anni della mia gioventù adorai come cuore e centro della Missione italiana e tempio d'una terza Epoca di vita della patria nostra a pro dell'Europa e del mondo. E allora, tra i ricordi dell'immenso passato e i presentimenti ostinati d'un immenso avvenire, di fronte ai segni visibili d'un Papato che aveva spinto contro Roma i soldati stranieri e d'una Monarchia che aveva contemplato immobile l'agonia della Metropoli d'Italia, io giurai a me stesso che non avrei più mai liberamente respirato quelle sacre auree se una bandiera repubblicana non sventolasse dal Campidoglio e dal Vaticano o io non potessi giovare a piantarvela.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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