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      La seconda classe d'uomini - lasciando da banda Governi che si affaticano a vivere di negazioni - è composta d'incorreggibili. La bassezza dell'animo li fa inaccessibili a ogni cosa che non sia la prepotenza d'un fatto. Oggi, l'opera loro indugia il progresso, ma più in virtù di vizî che sono in noi che non in virtù d'influenza reale che sia in essi; e quando, curati quei vizî, il fatto nuovo s'affaccierà, sfumeranno nel nulla o mendicheranno a noi, che non accetteremo, il diritto di proferire le stesse menzogne a pro nostro.
      Ma la terza classe è ben altrimenti numerosa e importante, non solamente per le condizioni di intelletto educato e di possedimenti che la farebbero, se volesse, arbitra dello Stato, ma perchè in essa sono latenti i germi del bene insteriliti negli altri. Tolta via una genìa di speculatori e di banchieri insaziabili che contaminano le buone vecchie abitudini del commercio e preparano crisi tremende ai popoli, gli uomini delle classi medie furono e sono tuttora uomini di lavoro e ne sanno il valore e la dignità. In un periodo nel quale, sciolti per molte cagioni tutti i vincoli d'unità morale, di viva fede e di culto a un fine comune, non rimane a norma di vita che l'io, hanno ringrettito affetti e virtù ad affetti verso l'angusto cerchio privato, a virtù domestiche e inoperose oltre il recinto della famiglia e dei pochi amici, ma la facoltà d'intendere e d'operare il bene vive in essi, più sviata e intorpidita che spenta. Da queste classi borghesi che si affermarono coll'antica emancipazione dei nostri Comuni, escirono, in tempi più recenti, forti fatti di lunga ostinata resistenza ai dominatori stranieri e torme di giovani volontarî per le battaglie dell'Unità nazionale e apostoli incontaminati del Vero e di questa stessa emancipazione del popolo che noi predichiamo.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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