Pagina (1402/1484)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E se anche il tentativo non riuscisse, bisogna farlo per dovere, per testimonianza a tutti dell'animo nostro, per assicurarci nelle opere future una pura coscienza. Cento, cinquanta, venti anime sottratte per noi all'errore che minaccia di riescire fatale all'intorpidita società d'oggi, sono premio che basta al tentativo sul quale insistiamo.
      L'errore, l'errore fondamentale che addormenta nella classe d'uomini alla quale accenniamo la tendenza a esaminare seriamente il problema e tentar di risolverlo concordemente con noi, è quello di guardare al moto artigiano, non come a fatto provvidenziale e ineluttabile, ma come a frutto di tempi politicamente agitati e fenomeno che un migliore assetto governativo e alcuni lievi miglioramenti ai mali più urgenti dileguerebbero.
      Quei che così pensano fraintendono interamente i caratteri del moto.
      Il moto è intimamente e indissolubilmente connesso colla questione politica, nè raggiungerà il proprio fine se non sciolta quella. Nessuna trasformazione sociale può compirsi senza l'impianto di instituzioni politiche corrispondenti al principio che le dà vita e potenza: chi tentasse operarla isolata susciterebbe una serie interminabile e inefficace di tremende guerre civili. Nessuna rivoluzione politica può d'altro lato farsi legittima e riescire a buon porto se non modifichi gli ordini sociali e non inizii alla vita nazionale una classe d'uomini fino a quel giorno diseredati: dove nol faccia, crea irrevocabile la necessità d'una nuova rivoluzione dopo non lungo intervallo di tempo e una sorgente di perenni contese civili in quell'intervallo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484