Il presente dichiara intanto ai meno veggenti l'irrefrenabile potenza del moto. Il sorgere, l'agitarsi della classe artigiana in cerca d'un migliore avvenire, è universale: non è terra in Europa che non ne manifesti più o meno minacciose le aspirazioni. Gli Artigiani possono in un luogo o in un altro traviare nel metodo, nella scelta dei mezzi; ma il fine è unico e il senso di questa unità li chiama ad affratellarsi di terra in terra gli uni cogli altri e il senso di questo affratellamento compito o possibile crea in essi la sola cosa che ad essi mancasse, coscienza di forza. In qualunque modo si giudichi, tremando delle conseguenze o salutandole, come noi facciamo, indizio certo di un'Era nuova, d'un nuovo stadio d'educazione salito dall'Umanità, cominciamo a intender noi tutti che questo moto non è sommossa passeggiera, ma avviamento a una grande rivoluzione, impulso provvidenziale di non retrocedere più mai finchè non abbia raggiunto il fine.
Si raggiungerà con voi o contro voi, uomini delle classi emancipate? La scelta sta in mano vostra. Noi non possiamo che insistere ad affacciarvi di tempo in tempo, per debito di coscienza, il problema. Ma badate: è problema di sfinge: dovete risolverlo o correte rischio d'essere divorati. Voi siete oggi nella posizione assunta dall'Europa politica nella questione d'Oriente. Per terrore della Russia, l'Europa s'ostina a puntellare artificialmente un Impero, il Turco, condannato irrevocabilmente a perire e travolgere, disperato d'ogni altro ajuto, le popolazioni indigene, alle quali è affidata l'esecuzione della sentenza, in braccio allo Tsar; e voi, per terrore irragionevole del moto artigiano, siete a pericolo di travolgerlo sotto l'influenza d'agitatori che insegnano agli artigiani la necessità d'aborrirvi e distruggervi.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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