Se non che ora intendiamo parlare soltanto di quelle manifestazioni che senza gravi sacrificî o pericoli basterebbero a stringere, con immenso benefizio del paese, concordia d'affetto fra le classi artigiane e le medie; e ne accenneremo due o tre in via d'esempio.
Mal si trattano i piati che sorgono frequenti fra i lavoranti o gl'intraprenditori dagli stessi onde escirono le cagioni: il senso quasi sempre esagerato dell'ingiustizia negli uni, della soverchia esigenza negli altri, inacerbisce le contese e vieta ai contendenti l'imparzialità necessaria agli accordi. L'instituzione, pendente questo inevitabile periodo di transizione, di Consigli conciliativi, composti per metà di padroni per metà di operaî, esciti tutti naturalmente dall'elezione e presieduti, se vuolsi, da un individuo capace appartenente alla magistratura ed eletto egli pure, riuscirebbe sommamente giovevole in tutti i dissensi che sorgono frequenti fra i lavoranti e i capitalisti che li impiegano. E la missione di Consigli siffatti potrebbe facilmente estendersi a un diritto d'invigilamento sulla salubrità dei locali e su quanto riguarda il lavoro in alcuni pericolosi rami dell'industria. L'impianto di questi Consigli può soltanto e dovrebbe essere provocato, offerto dalle classi medie.
Un fatto di più grave importanza dovrebbe, per impulso degli elettori che appartengono tutti alle classi medie, iniziarsi dai loro deputati: - fatto che proverebbe officialmente il grado d'importanza raggiunto dalla questione sociale e avvierebbe la stampa e l'opinione pubblica su via migliore di quella dell'oggi.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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