Esperimenti di questo genere furono, sin dal 1830, tentati e riuscirono; provarono una verità economica troppo negletta, che per aumentare la somma della produzione non basta d'aumentar la richiesta o di trovare nuove sorgenti al lavoro, ma è necessario aumentare il valore produttivo d'ogni individuo e che questa attività produttrice aumenti in ragione diretta della parte che gli è concessa nei frutti della produzione: il lavoro libero produce più del lavoro servile e nelle condizioni attuali l'operajo che, senza interesse alcuno materiale o morale nei risultati della produzione, non dà, generalmente parlando, se non quel tanto di lavoro necessario a rivendicargli il salario pattuito, ha dalla compartecipazione sprone a produrre maggiormente e meglio. Una prova di ciò che affermiamo escì dall'Associazione instituita nel 1830 in Parigi dal signor Leclaire nel suo stabilimento per la pittura degli edifizî. D'un altro notabilissimo diede i più minuti ragguagli il nostro collega Aurelio Saffi nel n. 35 della Roma del Popolo, ed esortiamo a meditarlo chi l'avesse, trasvolando, negletto. I particolari d'un terzo furono poche settimane addietro raccolti da uno scrittore francese di merito, Eugenio Véron, e sommano a questo:
Il signor Briggs, ricco proprietario di miniere carbonifere in Inghilterra e presidente d'una Lega tra i padroni formata per resistere alle pretese dell'Unione degli artigiani, stanco dei dissensi continuamente rinascenti nelle sue officine, prese nel 1864 altra via.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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