Egli divise la proprietą delle sue miniere di carbon fossile, valutate a 2 250 000 franchi, in 9000 azioni di circa 250 franchi cadauna e costituģ una societą in accomandita. Serbņ 6000 azioni per sč ed offerse agli operaī ed ai clienti delle miniere le altre 3000.
Trattavasi ora di persuadere gli operaī - cosa del resto che, pel prezzo elevato, non riusciva facile - a far acquisto di queste azioni; perņ a raggiungere l'intento non si vide mezzo migliore che associare gli operai stessi ai beneficī delle miniere.
Il fondo sociale venne diviso in due parti: da una parte un capitale fittizio rappresentante il lavoro degli operaī, dall'altra il danaro degli azionisti. I salarī quotidiani, mantenuti al corso ordinario, furono assicurati agli operaī delle miniere quale interesse del primo di questi due capitali; pel secondo, gli azionisti acquistarono diritto a un interesse del 10 per cento. Si considerņ poi il superfluo dei beneficī come un utile comune a tutta la societą, quindi da ripartirsi proporzionatamente tra tutti i membri cooperatori.
Se, a cagion d'esempio, il beneficio annuale risulta del 14 per cento del capitale in azioni, compete a questo capitale il 10 per cento a titolo d'interesse e il 2 per cento a titolo di profitto; - il 2 per cento restante poi viene assegnato agli operaī, quale parte dei beneficī, e ripartito in proporzione dei salarī di ciascuno.
A incoraggiarli sul principio a rendersi possessori di azioni, fu concesso agli operaī azionisti, in questo riparto di beneficī, il 10 per cento sul totale annuo dei loro salarī, mentre che agli altri non toccņ se non il 5 per cento.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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