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      Questo metodo di ripartizione fu modificato(330)) solo nel 1867.
      Il dividendo degli operaî azionisti fu eguale al dodici per cento dei loro salarî, e all'otto per cento per gli altri.
      Temendo come sempre, un'insidia, gli operaî titubarono sui primi tempi ad approfittare dei vantaggi loro offerti; ma le loro diffidenze caddero ben presto davanti alla realtà del dividendo.
      Nel 1867 i beneficî netti furono di 510 425 fr., dei quali 200 000 furono messi da parte onde assicurare agli operaî una ripartizione di utili nell'eventualità di cattive annate.
      Nella deposizione da essi fatta davanti la Commissione reale di Londra, dalla quale noi togliamo questi dettagli, i signori Briggs dichiarano che giammai l'antico sistema avrebbe loro dato, nelle medesime circostanze, simili benefizî.
      Ma ciò che è particolarmente da osservarsi si è che grazie a quest'organizzazione essi non ebbero quasi a risentire gli effetti della crisi toccata in seguito a quel ramo d'industria. Tutte le difficoltà procedenti dall'antagonismo tra capitale e lavoro sparirono come per incanto per dar luogo, da quell'epoca, all'accordo più perfetto.
      I lavoranti stessi s'assumono spontanei la sorveglianza dei mille dettagli che assicurano l'economia e il buon andamento di qualsiasi industria. - Allorchè noi scorgiamo, dice uno d'essi, nelle gallerie un chiodo dimenticato per terra, lo raccogliamo ripetendo il motto passato in proverbio: tanto di più di guadagnato per la fin d'anno.
      Un gran numero d'operaî, estranei sino allora ad ogni idea d'economia, sono divenuti azionisti.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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