Indifferenza negli elettori provata, generalmente parlando, dalla cifra dei votanti nei collegi: indifferenza nei deputati provata ogni giorno dalla difficoltà di raccogliere il numero voluto per le sedute, dalla frequenza dei congedi chiesti e concessi, dall'affrettarsi dei rappresentanti alle loro città sull'accostarsi dalla menoma solennità che dia pretesto di vacanza prolungata sempre oltre i limiti voluti, dai voti dati senza discussione o quasi intorno a questioni di grave importanza: indifferenza negli uomini di governo che vivono d'espedienti, senza disegno premeditato, senza tradizioni politiche, senza quella tranquilla, tenace persistenza di concetti che dà in oggi lento ma continuo progressivo incremento alla Russia e agli Stati Uniti, e son paghi di superare le difficoltà della giornata senza guardare al futuro: indifferenza nei governati che biasimano e non combattono, presentano mali e non preparano i rimedî, pensano e non dichiarano ad alta voce il pensiero, e sembra accettino, regnante un sistema di semi-libertà, la vecchia formula dei tempi dispotici: non tocca a noi: indifferenza nei capitalisti che hanno innanzi, in Sicilia, nel mezzogiorno continentale, in Sardegna, nell'Agro Romano, nelle terre incolte d'Italia, una serie di nobili imprese da compiersi con giovamento proprio e del paese e le lasciano intentate o preda di speculatori stranieri. I lagni contro l'esagerazione e il pessimo assetto dei tributi prorompono da ogni lato e ad ogni ora; ma nessuno tenta contro un intero sistema una di quelle potenti agitazioni che in Inghilterra sorgono ordinate, pertinaci, sicure in ultima analisi di trionfo contro ogni atto o progetto economico non consentito dall'opinione.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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