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      Le più tra quelle proposte son buone; ma come attuarle? Può una Instituzione, la cui vita ha le sue radici nel passato e in un determinato tradizionale ordinamento economico amministrativo, mutare a un tratto e accogliere in sè un alito di libera vita nazionale senza paventarne rovina?
      Poteva Turgot compire nella Francia della monarchia aristocratica ciò che la rivoluzione compì in brevi giorni? Le grandi riforme esigono, ad essere afferrate nel concetto e tradotte in realtà, un sovra eccitamento nella vitalità popolare, un senso d'audace fiducia in sè e nel futuro che sorge appunto dal fermento di tutte le forze condannate a giacersi latenti in una condizione come la nostra. Suscitatele e otterrete: non prima. Fate che la Nazione viva, e avrete da quella vita trasfusa negli intelletti e nelle volontà miracoli di rinnovamento. Non può darveli una Camera inceppata da un falso programma: nol può un popolo intorpidito nello sconforto e nel dubbio.
      Il problema politico predomina su tutti gli altri. E il problema politico non può risolversi se non come abbiamo accennato. Manca nel caos che ci si stende d'intorno il fiat della Nazione. E quel fiat non può essere proferito che da una COSTITUENTE: non può incarnarsi che in un PATTO NAZIONALE. Tutto il resto è menzogna o, per ora, impossibilità.
     
     
     
     
      LETTERA AD UN AMICO(333))
     
      CARO....
     
      Prima di tutto, ringraziate quei che sono solleciti intorno alla mia salute. Miglioro lentamente.
      Quanto alle questioni che importano, lo scrivere mi fatica, ma ecco sommariamente ciò ch'io ne penso.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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