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      Perchè, sebbene la potestà che deve governar la rivolta debba essenzialmente differire da quella che deve sottentrare dopo la vittoria, essa deve pure soddisfare a due condizioni: quella di rinegare assolutamente il carattere della potestà contro la quale il popolo insorge, e quella di racchiudere in sè il germe della potestà futura; e ambe le condizioni si risolvono nell'escludere la dominazione dell'uno e indicare la dominazione dei più:
      Perchè, sebbene la potestà rivoluzionaria debba comporsi di potenti d'anima, d'intelletto e di core, e non giovi il ricorrere ai parlamenti, alle numerose assemblee, quando gli atti e i decreti devono succedersi colla rapidità dei colpi nella battaglia, crediamo nondimeno doversi contenere in quella Potestà un rappresentante a ogni grande frazione d'Italia che insorga:
      Perchè, in un popolo guasto dalle abitudini della servitù, la Dittatura d'un solo riesce sommamente pericolosa:
      Perchè fino al giorno in cui il governo della Nazione escirà dalla libera e universale elezione, la diffidenza è condizione inevitabile a un popolo che tende ad emanciparsi; e il concentramento di tutte le forze della rivolta nelle mani d'un solo rende illusorie tutte le guarentigie che vorrebbero stabilirsi:
      Perchè in Italia, come in ogni altro paese servo, mancano tutti gli elementi necessari a riconoscere l'uomo che per virtù, energia, costanza, intelletto di cose e d'uomini, valga ad assumere sulla propria testa i destini di ventisei milioni; e a riconoscerlo è necessario un lungo corso di tempo e vicende, per le quali egli sia uscito incontaminato da alcune delle situazioni che corrompono più facilmente gli uomini; - e pendente quel tempo di prova, la rivoluzione ha pur bisogno d'essere amministrata.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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