Perdonate se io mi lascio andare a parlare altamente il linguaggio dell'abbandonato; lo fo perchè so che voi siete innocente degli indugi che ci hanno sacrificati; ma dite a coloro che ne furono consiglieri che quando la patria sarà liberata, io li accuserò al suo tribunale come cospiratori che cospirarono a prolungarne la schiavitù e il disonore".
Ho trascritto deliberatamente, e checchè altri possa dirne o pensarne, queste parole, perchè toccano una piaga ch'io reputo mortale all'Italia, se la crescente generazione non fa di liberarsene ad ogni patto. È sorta negli ultimi otto o nove anni, fra coloro che si professano amatori della patria loro, una setta d'uomini che diresti avessero tolto ad impegno d'infamare gl'Italiani davanti a sè stessi ed a' popoli, non solamente come codardi, ma come codardi e millantatori. Influenti, taluni per condizione sociale o ricchezza, tutti per opinione di liberalismo forse sentito, ma di certo tiepidamente sentito - non privi d'ingegno, ma senza scintilla di genio e guasti dalle abitudini d'un'analisi gretta, sterile, cadaverica, tolta in prestito al secolo decimottavo - fermi irrevocabilmente nell'animo, tra per difetto di vera scienza rivoluzionaria, tra per paura, di non mai fare, ma pur vogliosi, per certo senso d'obbligo che corre a ogni uomo in Italia, d'essere e più di parere agitatori animosi - stanno fatalmente capi ed oracoli della gioventù buona della Penisola, e s'inframmettono inevitabili moderatori in ogni moto di malcontento popolare che minacci di tradursi in azione, in ogni ardito disegno degli uomini che amano davvero la patria e con animo deliberato di sacrificare ogni cosa più cara a farla libera e grande.
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