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      - Al 14 del corrente noi qui sottoscritti abbiamo ricevuto l'editto di citazione speditoci dall'I. R. Auditorato Stabale di cotesto eccelso comando superiore. Noi ci vantiamo di ciò che l'accennato tribunale minaccia di chiamare alto tradimento. La nostra scelta è determinata fra il tradire la patria e l'umanità o l'abbandonare lo straniero e l'oppressore. Le leggi, alle quali ci si vorrebbe ancora soggetti, sono leggi di sangue che noi, con ognuno che sia giusto ed umano, sconosciamo e abborriamo. La morte a cui esse immancabilmente ci dannerebbero, val meglio incontrarla in qualunque altro modo che sotto la bugiarda e infame lor egida. La forza è il loro solo diritto, e noi in qualche parte almeno mostrandoci ad esse consentanei, cercheremo di metter la forza dalla nostra parte, ma per poi far trionfare il vero diritto - Corfù, 19 maggio 1844 - Attilio Bandiera. Emilio Bandiera." - E questa risposta fu da essi inviata al Mediterraneo, gazzetta maltese, preceduta dalle linee che qui trascrivo: "Signor editore - Noi qui sottoscritti venimmo officiosamente a conoscere come il governo austriaco abbia pubblicato il suo atto d'accusa contro di noi. La pubblicità nelle procedure è un principio così incontrastabile ed universalmente desiderato che anche quei degni successori della Veneta Inquisizione attraverso ai tenebrosi lor conciliaboli pur lasciano di tratto in tratto balenare qualche omaggio a tale verità; se non che tali concessioni sono in essi piuttosto ironia che sincere dimostrazioni di rispetto.


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I Fratelli Bandiera
di Giuseppe Mazzini
Libreria Editrice Milanese
1944 pagine 74

   





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