Mio fratello ed io abbiamo intanto venduto tutto per far danaro e lo scarso risultato di questa nostra estrema risoluzione fu tutto impiegato nel compenso di noleggio alla barca che dovemmo licenziare e nel provvederci d'armi e di munizioni. Come vivremo d'ora innanzi, nol so, perchè la nostra famiglia corrucciata non vuole spedirci un soldo, e qui poi più forse che altrove è difficile trovare impiego. Non dovete credere peraltro che la miseria ci abbia menomamente cangiati; ci accora solamente il pensiero che noi perdiamo nel merito del sacrifizio, non potendo omai dar più alla causa dell'umanità e della patria se non un'esistenza travagliata e infelice, mentre potevamo un giorno sagrificarle una vita avventurosa ed agiata. . . . . . Intanto cominciano i supplizii in Bologna! Non sarebbero dunque davanti all'Eterna Giustizia i delitti dei nostri padri ancora scontati? Checchè ne sia, aspiriamo almeno a legare alla generazione ventura l'esempio d'una inconcussa perseveranza. - Fidando sempre sulla nota lealtà delle poste inglesi, potete indirizzar qui al mio nome le vostre lettere. Addio.
Attilio.
Alla nobile fiducia d'Attilio nella nota lealtà delle poste inglesi, il governo inglese rispondeva dissuggellando sistematicamente per sette mesi, con arti infami e contraffazioni degne della più abbietta poliziuccia italiana, la mia corrispondenza, e comunicandone quanto importava al gabinetto napoletano e all'austriaco: atto nefando che commosse di sdegno unanime la nazione e ch'io resi pubblico perchè s'aggiungesse una prova alle tante della immoralità di tutti i governi attuali d'Europa fondati sopra una menzogna, se di diritto divino o di patto monarchico-costituzionale poco rileva.
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