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      Ma quanto ai progetti dei due fratelli, l'impotenza li ritardava senza distruggerli; e riardevano al menomo rumore che venisse d'Italia. La corrispondenza, che ho tutta sott'occhio, corsa a quel tempo e intorno a quel primo disegno, tra l'amico mio di Malta e i due martiri, prova che tutte l'arti della persuasione furono tentate a salvarli, e che tutte andavano a rompersi, contro la determinazione irrevocabile che li consacrava alla morte. E di questa corrispondenza, per più ampia confutazione delle calunnie avventate all'amico, io inserirò due frammenti, il primo spettante a Nicola Fabrizi, il secondo a Emilio Bandiera.
      Considero - diceva, in data del 15 maggio, il primo ai due fratelli - considero il mio sangue e quello de' miei amici una moneta da spendere per l'onore e per lo scopo. Ed è perciò che non esito a dirvi, che il vostro, nel modo in cui volete esibirlo, frutto di generosa impazienza, non ha per risultato possibile nè l'uno nè l'altro; bensì apparirà in un senso di frenetica esigenza di soddisfazione vostra tutta personale la noncuranza dello scopo che unicamente comprometterete, e degli uomini che s'abbandonano alla vostra fede e che voi inesorabilmente sacrificherete. Quindici o venti uomini sono peggio che un solo, e assai peggio dove tutto essi debbon crearsi cominciando dalle prime relazioni. Un uomo trova simpatia e ascolto per potere essere individualmente assistito da chi l'intenda. Venti, sono prima schiacciati che ascoltati. Un equivoco, un mal volere, un tocco di campana li annienta.


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I Fratelli Bandiera
di Giuseppe Mazzini
Libreria Editrice Milanese
1944 pagine 74

   





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