Finalmente, nel 1835, non vedendo probabilità di salute vicina, ei decise giovarsi del tempo per impratichirsi più sempre nelle discipline della milizia, e scrisse annunziando la sua determinazione ai figli - perch'ei s'era ammogliato giovanissimo ed era padre - le linee seguenti, fra le pochissime che a me rimangon di lui: "Eccomi giunto ad uno dei momenti più tristi della mia vita e forse al più decisivo per me. Un cumulo di ragioni mi costringono ad abbandonare la Francia, ad allontanarmi più ancora da voi. Mille privazioni m'attendono, infiniti pericoli circondano il sentiero che devo scorrere, la morte stessa è forse là per colpirmi. L'amore ch'io m'ebbi per voi, e che per lontananza non s'è giammai diminuito, il dovere di padre e di buon cittadino non mi permettono di dare esecuzione al mio divisamento senza ricordarmi di voi e senza darvi alcuni precetti ch'io spero vorrete adempiere. Se mi è riserbata una sorte crudele, se dovessi mai esser rapito al vostro affetto, conservate memoria di me, la mia sventura non vi sgomenti, e sia questo mio scritto un documento della mia tenerezza per voi. Onorate, voi lo sapete, furono le cagioni che togliendomi alla patria, mi condannarono a languire sulla terra straniera. La condizione d'Italia è così crudele, così basso è ora caduta questa terra un dì sì gloriosa, che qualunque tra i suoi figli ha sensi d'onore, qualunque sente nel suo cuore l'offesa che i despoti fanno alla dignità nazionale italiana, qualunque ama la libertà e la virtù, è condannato a trascinare nell'esiglio i suoi giorni se ha ventura di sottrarsi alla prigione o alla morte.
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