Confortatevi, o giovani, la nostra causa è destinata al trionfo. I malvagi che anch'oggi dominano, lo sanno e ci maledicono; ma l'anatema ch'essi gittano contro noi si perde nel vuoto, come rio seme portato dal vento. I germi che noi cacciamo rimangono: sul terreno santificato dal sangue dei martiri, Iddio li feconderà; e s'anche gli alberi che devono escirne non distenderanno l'ombra loro che sul nostro sepolcro, sia benedetto Iddio: noi godremo altrove. Perseguitate, noi possiam dire ai malvagi, ma tremate. Un giorno, innanzi alla fiamma che consumava, per ordine del Senato, le storie di Cremuzio Cordo, un Romano, balzando in piedi, gridava: cacciate me pure nel rogo, perch'io so quelle storie a memoria. Pochi dì passeranno, e l'Europa risponderà con un grido consimile alle vostre stolidamente feroci persecuzioni. Voi potete uccidere pochi uomini, ma non l'Idea. L'Idea è immortale. L'Idea ingigantisce fra la tempesta e splende a ogni colpo, come il diamante di nuova luce. L'Idea s'incarna più sempre nell'Umanità. E quando voi avrete esaurito l'ira vostra e la vostra brutale potenza sugli individui che non sono se non precursori, l'Idea v'apparirà irresistibile, nella maestà popolare, e sommergerà sotto l'onda oceanica del futuro i vostri nomi e fin la memoria della vostra resistenza al moto delle generazioni che Iddio commove.
LIBERTÀ, EGUAGLIANZA, UMANITÀ.
INDIPENDENZA, UNITÀ.
ITALIANI!
Divisi in otto stati noi destinati da Dio ad abitare un paese unito; conculcati in Napoli da un re villano e dispregevole, sottomessi in Piemonte ai voleri di un reprobo che ne tradì, in Modena a quelli di un mostro che nel secolo XIX arrivò la trista fama di Caligola e di Nerone; in Roma scherniti da un pontefice indegno di rappresentare un Dio di pace e di carità; in Toscana dalle arti narcotiche di un governo traditore; in Parma governati da una femmina che, potendo elevarsi sopra tutte le europee, alle più vili si mostrò inferiore; oppressi in Venezia ed in Lombardia dagli stranieri che ne sfidano colle baionette e ne perseguitano colle spie, smungono i tesori del nostro suolo e fanno servire la nostra gioventù a puntello del nostro servaggio; disgraziati in tutta Europa; vilipesi, mantenuti divisi; pasciuti di glorie di teatro, di dispute di letterati, di controversie da fanciulli; ecco, Italiani, in quali condizioni ci troviamo.
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