- All'armi! o fratelli; correte come noi al conquisto della Libertà, dell'Unità, dell'Indipendenza, della prosperità della patria; correte a fare che l'eguaglianza dei diritti e dei doveri, delle pene e delle ricompense avvivi l'Italia. Non più re, o Italiani! Iddio ci ha creati tutti eguali; siamo tutti fatti ad immagine sua; nessun altro che lui abbia dunque il diritto di dirci suoi. - Che hanno fatto i re di noi? Ci hanno venduti, perseguitati, oppressi, hanno pieno il nostro paese di vergogna, e di obbrobio. Costituiamoci in repubblica come i nostri padri, poichè ebbero scacciati i Tarquini; gridiamoci liberi, e padroni di noi stessi e delle contrade in cui Dio ne ha collocati. Gli Austriaci ci combatteranno; il pontefice ci scomunicherà; i re d'Europa ci avverseranno. Non importa, o Italiani, gettiamo il fodero e contro l'Austriaco facciamo d'ogni uomo un soldato, d'ogni donna una suora di carità, d'ogni casale una rocca; al papa protestiamo di conoscere Iddio meglio di lui attraverso i suoi sordidi interessi di dominazione, di grandezza temporale; i re d'Europa rispettiamo ma non temiamo, invochiamo contr'essi le simpatie de' loro popoli.
La nostra causa è santa, o Italiani, e vinceremo perchè Iddio non vorrà abbandonarla se in essa persistiamo con costanza, fermezza, cuore e risoluzione. - Che se la vittoria intravvedete difficile, gioitene; gli sforzi ed i sacrifici che opererete per guadagnarla varranno a scontare nell'opinione dei popoli, tanto passato obbrobrio e così lungo servaggio.
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