E facendo così a lei che alla signora e tutti di casa umilissima riverenza resto.
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A FRANCESCO D'AGUIRRE - TORINO
Napoli 9 Aprile 1720.
Insomma V. S. illustrissima non sa in qual che sia affare esser già mai da se stesso diverso; mi ha così obbligato l'ingenua risposta di cui ella ha degnato la mia lettera sul progetto fattomi dal reverendissimo Miro, ch'io molto più mi compiaccio di quella amichevole sincerità e candidezza, di quello che altri fatto avrebbe di una cortegiana repulsa, che a primo aspetto tale non fosse comparsa. Non m'ha recato meraviglia simile impedimento o sia difficoltà, essendo da me già stata bastevolmente considerata fin da quando il reverendissimo Miro mi propose questo impiego. Egli è per vero che mi figurava che a quest'ora si fossono affatto sgannati coloro che suppongono potersi costì riempiere l'Università così a primo colpo tutta d'uomini celebri e provetti, ed in sì fatte cose da lungo tempo esercitati. Essendoché tali uomini sono tutti certamente nelle loro dimore accomodati, ed avendo fatto il nido sotto di un cielo, malagevolmente si riducono a lasciar le proprie per l'altrui contrade, ed oltre a ciò (lasciam da banda che non sempre l'età, la celebrità o il grado è convenevole misura del merito) uomini che hanno fatto il loro credito non si espongono così facilmente alle fatighe e pericoli di una nascente Università, nella quale per farsi riputare a paragone della loro stima acquistata, dovrebbero rifarsi da capo in tutti que' studi da' quali ne' luoghi ove dimorano sono dispensati dal concetto che si è già di loro formato.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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