Queste ed altre tali riflessioni a V. S. illustrissima così familiari, mi meraviglio che non abbiano ancora sgombrato dalla mente di cotesti regolatori così vulgari pregiudizi. Essendosi trovato di già partito il reverendissimo Miro, non ho potuto comunicargli il suo umanissimo foglio, ma farò che ne abbia ben presto notizia fin a Perugia dove si è portato al capitolo per rendersi (come egli dice) fra breve qui alla sua residenza. Il consiglio datomi da V. S. illustrissima circa al farmi proporre per altro posto, il farei di buon animo quando sapessi di che onore e di che lucro siano gl'impieghi in cotesta segretarìa. L'aver costì V. S. illustrissima così a me benevola mi fa sperar molto, tanto più che qui il signor conte della Perosa, mercé la di lei meco corrispondenza e le vantaggiose relazioni che di me gli hanno fatto non meno il reverendissimo Miro che il signor don Paolo Doria, uomini dal signor conte con giustizia infinitamente apprezzati, mostra a me una tale distinzione che può giovarmi. Io però non farò mai su di ciò cosa senza la di lei savia ed amorevole guida.
Questa è risposta a due sue lettere insieme pervenutemi. Sto copiando la richiesta orazione e l'avrei già inviata, se la difficoltà del carattere m'avesse permesso di avvalermi di altri che l'avesse con più celerità copiata. Vi è un trattatino de Imperio et Iurisdictione; non saprei se sia questo che...
Io non finirei mai quando scrivo a V. S. illustrissima cui insieme colla signora consorte facendo umilissima riverenza mi raffermo.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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