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      Delle quattro opere che si denno fare in questo teatro il Tito Manlio è già andata in terra, onde aspettiamo la nuova, per veder se avesse miglior sorte. Del rimanente si va vivendo a caso al mio solito, e di malissima voglia. Pur si tira innanzi, e si tirerà finattanto che mi riesce di liberarmi da questo noiosissimo soggiorno. Mi conservi ella la sua protezione ed il suo affetto. E le faccio devotissima riverenza.
     
     
     
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      A FRANCESCO D'AGUIRRE - TORINO
     
      Napoli 30 Dicembre 1720.
     
      Dopo un lungo silenzio ricevo una gentilissima lettera di V. S. illustrissima, dalla quale sento il minuto racconto che si degna farmi della apertura di cotesta Accademia. Io ne ho fatto parte a tutti i letterati amici a' quali ho dato cagione d'invidia verso coloro che hanno avuto la sorte di ritrovarsi, e di godimento con se medesimo la conoscenza che più vi sia in alcun luogo un principe che sappia trattar le lettere con quel decoro che loro si debbe. E per dirle la verità mi ha accresciuta quell'ardenza che ho sempre avuta d'esser un giorno costì; colla quale spero certo di non morire. Intanto non posso che confessare la somma confusione che ricevo dalla sua gentilezza, nella quale riconosco quella sincera amicizia che ho sempre sperata nella sua persona.
      Non ho dubitato mai del favore del signor conte della Perosa verso di me, e prego V. S. illustrissima acciò comunichi al medesimo i miei grati ed ossequiosi sentimenti. Ed ove si apra occasione a mio pro, son certo ch'ella non lascerà correrla senza tentarla in mio beneficio.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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