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      Ma s'egli è vero che, siccome a più vasto e maestoso edifizio più salde fondamenta si richieggono e più esquisito lavoro, così ancora le nobili imprese di maggior valore abbisognano, a ragione tanto più timoroso ed incerto io mi veggo nell'illustre impegno prescrittomi, quanto meno atto mi sento a degnamente compirlo. Soffrite perciò, eccellentissima signora, che in offrendovi questo drammatico componimento supplisca collo splendore del vostro nome alle mancanze della mia penna. Già la custodia degli Orti Esperidi, donde prende nome la mia fatica, non d'altri per le antiche favole è peso che del drago, stemma gentilizio della famiglia Borghese. E quando per indurvi ad accettarne la tutela ogni altra ragione mi abbandonasse, consideri almeno la Eccellenza Vostra l'eroico soggetto ed il comando, che han dato alla mia musa occasione ed ardire. Potrei ora acconciamente diffondermi nelle vostre lodi, non meno che in quelle del vostro degnissimo consorte: ma, oltreché romperei lo stretto divieto che ne ricevo, non saprei dir mai né tanto che al vero in qualche parte si avvicinasse, né sì poco che la vostra generosa modestia non offendessi. Onde senza più inutilmente dilungarmi, implorando alle mie fatiche quel patrocinio e compatimento che ha il loro autore dell'Eccellenza Vostra fin da' più teneri anni goduto, le faccio profondissima riverenza.
     
     
     
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      A FRANCESCO D'AGUIRRE - TORINO
     
      Napoli 16 Dicembre 1721.
     
      Dopo così lungo silenzio soffra V. S. illustrissima ch'io prenda occasione d'interromperlo dalle prossime sante feste del SS. Natale, nelle quali io le desidero, non meno che in ogni altro tempo, quelle felicità che l'alto suo merito richiede.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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