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      Ella mi ha abilitato, facendosi da me ammirare ed imitare; mi ha sollevato all'onore del servizio cesareo col peso considerabile della sua approvazione; onde ardisco di lusingarmi che, riguardandomi come un'opera delle sue mani, seguiti a proteggere quasi in difesa del suo giudizio la mia pur troppo debole abilità ed a regolare a suo tempo la mia condotta, facendomi co' suoi consigli evitare quegli scogli che potrebbe incontrare chi viene senza esperienza ad impiegarsi nel servizio del più gran monarca del mondo. La confessione di questi miei obblighi verso di V. S. illustrissima e le speranze che io fondo nella sua direzione, sono finora note a tutta la mia patria, e lo saranno per fin che io viva, dovunque io sia mai per ritrovarmi, unico sfogo della mia verso di lei infruttuosa gratitudine. Non essendomi prescritto tempo alla partenza, ho creduto che mi sia permesso di differirla fino alla quaresima ventura. Ho spiegato prolissamente a Sua Eccellenza il signor principe Pio le cagioni di tale dilazione. Supplico V. S. illustrissima ancora a sostenerle, perché io possa venire senza il seguito di alcun pensiero noioso, quando però sia tutto questo di pienissima soddisfazione dell'augustissimo padrone; e baciandole umilmente le mani, le faccio profondissima riverenza.
     
     
     
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      A UN AMICO - ROMA
     
      Vienna 25 luglio 1730.
     
      Tornai martedì all'udienza per ordine del padrone a Laxenburg, assistei alla tavola, pranzai col signor principe Pio, e poi alle tre dopo il mezzogiorno fui ammesso alla formale udienza di Cesare.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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