Se conserverete la situazione che vi ho detto, che comprenderete anche meglio nel disegno che vi accludo, troverete che tutto il resto va bene.
L'altra scena poi non facile a recitare è quella delle sedie nell'atto secondo fra Cleonice ed Alceste: debbono sedere dopo il verso: Io gelo e tremo. - Io mi consolo e spero. Alceste deve alzarsi al verso: So che non m'ami, e lo conosco assai: e Cleonice fa l'istesso al verso: Deh non partir ancor! Tornano entrambi a sedere al verso: Non condannarmi ancor. M'ascolta e siedi. Cleonice comincia a pianger al verso: Va: cediamo al destin; e quando è arrivata alle parole Anima mia, non deve più poter parlare se non che interrotta da pianto, e con questa interruzione ed affanno ha da terminare il recitativo. Alceste s'alza da sedere e s'inginocchia al verso: Perdono, anima bella, oh Dio, perdono! e poi s'alzano entrambi ai versi: Sorgi, parti, s'è vero - Ch'ami la mia virtù. Questo ordine io ho tenuto, ed ho veduto pianger gli orsi. Fate voi.
L'eminentissimo arcivescovo Coloniz per far la fede della mia sopravvivenza vuol vedermi: onde non posso mandarla che nella settimana ventura.
Non vi è cosa di nuovo della malattia della madre della padrona, onde l'Issipile si farà. Vi è una parte preziosa da corsaro che raggira tutta l'opera; e sarà preziosa per il nostro Berenstadt, che insieme coll'amica rondinella abbraccio teneramente. Lo stesso dico a Bulga e a Leopoldo. Ed a voi raccomandando voi stessa intendo raccomandare il vostro N. Addio. Avrete lo scenario, ma oggi non posso.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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