In conseguenza di questa sventura la festa di agosto non si farà più nella città di Krumau, come vi scrissi, perché essendo quella del povero defunto principe, è divenuto un luogo mal proprio alle allegrezze. Starò attendendo i nuovi ordini, ma le opinioni universali sono concordi nel prevedere affrettato il ritorno degli augustissimi principi in Vienna.
Al signor Antonio Tommaso Lazzeretti non ho cosa da scrivere per questo ordinario. Le notizie che mi date delle vacanze di Sicilia sono più antiche della mia grazia; ed io non entro nelle vacanze che vi erano quando ottenni il decreto, ma bensì in tutte le altre che seguiranno. La vostra attenzione però non lascia di confermarmi tuttavia nella sicurezza della vostra premura per me; possesso che io gelosamente conservo, e di cui sono e contento e superbo.
Ho scritto a Praga, perché si scriva al Centomanni. Ne vedremo l'esito.
Non potete immaginarvi quanto mi dispiaccia la disgrazia del Teatro delle Dame. Il peggio è che, qualunque sia il rimedio, sempre sarà grande il danno del povero Cavanna. Mio fratello mi scrive le nuove del paese. Sono un poco rancide, ma tuttavia gliene sono obbligato. L'abbraccio e lo saluto, e gli ricordo di continuare. Starò aspettando senza fretta la consaputa critica; che veramente essendo voluminosa, è bene aspettare occasione d'evitare il dispendio della posta.
Chi può ringraziarvi abbastanza per le affettuose vostre riflessioni su la mia bile? La vostra lettera basta per sedarla: figuratevi che fareste voi stessa.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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