È ben vero che il male non ha sintomi che minaccino pericolo, ed i medici pronosticano esito felice. Intanto la maggiore arciduchessa Teresa è stata divisa dalla sorella per evitare che non le comunichi l'infermità. L'imperatrice Amalia, vedova di Giuseppe, è uscita dal suo monastero, dove vive ritirata, per assistere la suddetta arciduchessa Teresa, e coabitar seco nell'imperial Favorita finché il male dell'altra permetta che le sorelle si riuniscano.
Io sto bene di salute, ma male d'animo. Tutte queste cose mi funestano, e la pubblica malinconia si comunica insensibilmente anche agl'indifferenti. Finora non si sanno le direzioni del ritorno de' padroni. Il caso avvenuto e la malattia dell'arciduchessa si crede che lo solleciterà; ma finora sono pure induzioni. Non ho cosa che mi rallegri, se non la vostra buona salute: conservatela gelosamente e credetemi il vostro N. Addio, N. M.
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A GIUSEPPE RIVA - PRAGA
Vienna 25 Luglio 1732.
Siete dunque pure una volta in Praga! Me ne rallegro tanto, tanto, e poi tanto. Canchero! Ci avete consumato tutto il tempo che ci voleva. Basta: siete arrivati sani, e non è poco; conciossiafossecosaché in questa caldissima stagione si dura una fatiga da cani a stare allo scuro ed in camicia nella propria camera, anche muniti di tutti gli argomenti refrigeranti che inventò la felice e gloriosa memoria del cardinal Francesco de' Medici. Deducete quanto grande sia il mio divertimento nel dovere in tali tempi violentar le Vergini Sorelle, che addormentate al rezzo degli allori d'Elicona mi vengono innanzi, quando io indiscretamente le desto, con ceffi da spiritate; e così fra il sonno e la vigilanza mi dettano, per levarmisi d'attorno, quattro versi dissonanti, e brontolando mi rivolgono il tergo (oh via! modestia.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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