Io, avendo perduto tutto, gusto in contraccambio la tranquillità di non aver più timore, e mi approfitto della mia disgrazia come d'un pratico insegnamento che mi renderà in avvenire più moderato nel desiderar quelle cose che stanno in mano della fortuna. Non è piccolo acquisto il disingannarsi per tempo.
Non vi dimenticate, presentandovisi l'opportuna occasione, di umiliare le mie riverenze all'eminentissimo signor cardinale Gentili, e di farlo in maniera che egli riconosca nell'ufficio qualche cosa di più interessante che il profondo rispetto dovuto all'alto suo grado. Ho superbia ch'egli mi creda conoscitore delle qualità inimitabili che lo distinguono dagli altri suoi pari.
Non vi stancate, giacché avete incominciato, a favorirmi di vostre lettere. Conservatevi, amatemi e credetemi.
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A UN CAVALIERE - ROMA
Vienna 19 Luglio 1734.
Grazie dunque a V. S. illustrissima dell'amichevole cura che prende in provvedermi di munizione da naso. Io farò onorata commemorazione del donatore ogni volta che mi varrò del dono.
Il povero raccomandato, essendo sventuratamente caduto in Venezia, ha dovuto trattenersi colà molti giorni e spendere quanto portava, per rimettersi in istato di valersi almeno della persona che unicamente gli rimaneva. Figurisi ella come è giunto. Io, non meno a riguardo suo che del signor Fiorilli comun amico, non lascerò di sostenerlo a proporzione del braccio; ma questo è così poco, che potrà malagevolmente contentarsene. L'umanissima memoria che conserva di me l'eminentissimo signor cardinale Gentili sarebbe abbondantemente compensata dalla mia profondissima venerazione per lui, se vi fosse proporzione di peso fra la gravità e generosità d'un dono ed il necessario pagamento d'un debito.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Gentili Luglio Venezia Fiorilli Gentili
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