Ricordatevi, vedendoli, di farne loro a mio nome una fraterna rimostranza.
Leggerò, e consegnerò al padre Timoteo, la parte della vostra lettera che gli appartiene: intanto io, approfittandomi dell'opportunità, l'ho letta, e non ho lasciato di accompagnarla colle dovute risate. I miei soliti sinceri rispetti alla gentilissima signora Caterina; e voi, come solete, amatemi, comandatemi e credetemi.
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A GIUSEPPE PERONI - ROMA
Vienna 22 Gennaio 1735.
A dispetto del tardissimo arrivo della posta che non lascia tempo a rispondere, in questo ordinario voglio almeno accusare la vostra lettera. Mi avete fatto ridere con la minuta descrizione del vostro Berneti, e mi pareva di esserci presente.
Vi rendo grazie delle minutissime circostanze con cui mi riferite la prova dell'Olimpiade, e mi farete egual piacere informandomi sinceramente dell'esito a suo tempo, qualunque egli sia.
Ieri vidi la signora Nina Caldara, bianca come una giuncata, ma non fresca egualmente. Ella vi rende insieme col suo rotondissimo consorte saluti per saluti. I miei ringraziamenti alla gentilissima signora Nina, e poi al signor Polvini, con cui mi condolgo della lite perduta; e voi amatemi, come solete, comandatemi e credetemi.
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A GIUSEPPE PERONI - ROMA
Vienna 26 Febbraio 1735.
Alla fine ho pur tempo di scrivervi due righe. Sono stato sì occupato nel carnevale, che non aveva un momento per me. Oltre le solite occupazioni ho dovuto scrivere in fretta una festa, che le serenissime arciduchesse hanno rappresentata in musica, ed istruire dirigere ed assistere le medesime; cura che mi occupava interamente.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Timoteo Caterina Gennaio Berneti Olimpiade Nina Caldara Nina Polvini Febbraio
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