Per lo trattato da me ideate sopra il dramma italiano, ho raccolta la maggior parte della selva necessaria, ma non ho per ora né so prevedere quando io sia per aver agio a distenderlo. Desidero molto di averlo, perché mi pare che si sia fin ora sempre scorso il segno nel pronunciar giudizio in questa materia.
Mi conservi intanto ella l'onore della sua padronanza, mi somministri co' suoi comandi qualche occasione di meritarla, e mi creda costantemente.
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A DANIELE FLORIO - UDINE
Vienna 26 Febbraio 1735.
Non si meravigli V. S. illustrissima ch'io sia così tardo in risponderle: oltre le solite occupazioni del mio impiego, mi si è aggiunto nello scorso carnevale l'impegno di scrivere una festa, che hanno rappresentata in musica le serenissime arciduchesse: io sono stato scelto al grande onore d'instruirle ed assisterle nella rappresentazione, onde può immaginarsi, senza ch'io l'esageri, se mi sia mancato il tempo per ogni altra cosa. Subito che mi è stato permesso di respirare, ho letti, riletti con piacere ed ammirazione i due suoi poemetti, e gli ho ritrovati corrispondenti al presagio ch'io feci de' voli del suo talento sin da quando ella me ne fece godere i saggi in Vienna. La felicità dello stile, l'abbondanza delle immagini, la fertilità delle invenzioni, ed il giudizio col quale sono impiegate queste facoltà, mi confermano sempre più nella sentenza che abbia già V. S. illustrissima tutto il materiale opportuno ad arricchire la nostra lingua d'un nuovo illustre poeta. Le rendo le dovute grazie per l'obbligante cura dimostrata nel comunicarmi queste sue leggiadre fatiche: e pregandola ad esprimere a codesta signora contessa Arcoloniani, insieme co' miei ossequii, i più vivi sentimenti della mia rispettosa riconoscenza per la generosa parzialità che mostra per i miei scritti; così a V. S. illustrissima che al veneratissimo signore suo fratello bacio ambe le mani.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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Febbraio Vienna Arcoloniani
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