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A GIUSEPPE PERONI - ROMA
Vienna 5 Marzo 1735.
Il piacere che voi mostrate del felice incontro del mio Demofoonte non mi consola meno che l'incontro medesimo, nella maniera con la quale vi esprimete nel riferirmelo. Io conosco chiaramente che voi n'esultate come di cosa propria; e questo interesse, che prendete delle mie cose, è un argomento troppo convincente della vostra vera amicizia non meno che del vostro buon cuore. Ve ne rendo grazie, e vi assicuro d'una sincera corrispondenza.
Sono breve anch'io come siete voi, non per vendetta, ma per imitazione di prudenza e per mancanza di quella troppo comune abilità di saper riempiere i fogli di nulla. Riverirete a mio nome la gentilissima signora Caterina; e voi amatemi come solete, e credetemi.
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A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 5 Marzo 1735.
Non affettiamo modestia. Le concordi relazioni che mi giungono in quest'ordinario della piena approvazione che ha esatta dalla mia patria il povero Demofoonte, mi hanno ripieno d'un sensibilissimo piacere, e tenerezza insieme.
E sono a segno contento dell'approvazione suddetta che non mi credo in obbligo di dissimularlo. Poiché se il mio libro la merita, quale è mai quel padre sì poco umano che possa dissimular la sua gioia nelle meritate lodi d'un proprio figlio? E se il mio libro non la merita, qual è quel figlio che non abbia a sentirsi intenerire alle lodi di una madre, che per eccesso d'amore non solo non vede i di lui difetti, ma gli esalta come pregi rarissimi? Io so che nessuno è profeta nella sua patria, ed ho sofferta nella mia persona qualche pruova di questo doloroso proverbio: onde il poter cominciare a lusingarmi del contrario è per me un gran motivo di compiacenza.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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