Vedetelo dal Gioas, che è un archetipo di monsieur Racine, e non mi ha spaventato. Quelli che non iscrivo volentieri sono i soggetti trattati dallo Zeno.
Mi sono incontrato già due volte con lui; e non è mancato chi ha subito voluto attribuirmi la debolezza d'averlo fatto a bello studio, che mai non mi è caduto in pensiero. Questo non mi piace per non dare occasione o di rammarico o di trionfo; tutto il resto è campo libero, e non ho dubbio di mettervi la mia falce, purché vi sia che mietere. Io ci ho il Silla! oh madre di Dio!
State sano, abbracciate il nostro Bulgarelli, e credetemi.
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A GIUSEPPE RIVA - VIENNA
Di casa 26 Giugno 1735.
Ricevo il Tasso, e mando lo Stazio latino che domandate. L'italiano non ho mai avuto in Vienna in proprietà: ne portai ben meco uno da Roma, ma da consegnarsi al principe Pio, dono dell'autore.
La mia salute è tale che non ardisco parlarne per timore di non risvegliar qualche cancherino, tanto mi sento in propensione a goderne qualcuno benché attualmente non ne abbia. Il peggio è che, non avendo terminata l'opera, anzi rimanendomi il più duro a scorticare, non posso mettere in uso il rimedio che gentilmente mi offerite e che adoprerei ben volontieri. Ve ne ringrazio intanto insieme con la casa Ferrari, che m'incarica de' suoi complimenti.
Questo benedetto Paradiso del Rolli è il nostro purgatorio. Sempre viene, e non giunge mai. Credo ch'egli conti le sue settimane all'uso di Daniele. Conservatevi, e credetemi il vostro.
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A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 20 Agosto 1735.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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