Per me incominciare e finire un dramma in diciotto giorni è uno sforzo che si dà la mano con l'impossibile. L'ho fatto, ma mettendo a rischio la salute e la riputazione. La prima l'ho salvata per mezzo di transazione con una delle mie solite febbrette, che mi ha fatto compagnia tre giorni mentre ho scritto il terzo atto, e già ne son libero. La seconda non posso dirvi come anderà, perché finora ho così calda la testa che non son capace di giudicar di quello che ho scritto. Il peggio si è che non ho ancora finito. Si vuole una macchina nel fin dell'opera; onde bisognerà ch'io vi faccia parlar sopra qualcuno di questi nostri Orfei da campagna. Finirà questo ancora. La grande occasione, per cui sono stato in quest'angustia, mi ristora dalla fatica che ho durata. Conservatevi intanto, abbracciate il signor Bulgarelli, e credetemi.
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A GIUSEPPE BETTINELLI - VENEZIA
Vienna 11 Febbraio 1736.
Eccovi un esemplare dell'opera che ho dovuto improvvisarnente scrivere per le nozze della serenissima arciduchessa Teresa, e scriverla in diciotto giorni e mezzo. Se tre mesi di tempo, spazio ordinario ch'io soglio impiegare nello scrivere un dramma, non basta mai perché io possa ridurlo a mio modo, figuratevi come io possa essere soddisfatto di questo.
Il signor Giacomo Feltre, avendo preso l'impegno di seguitar la ristampa delle Antichità greche e latine di Grevio e Gronovio, mi scrive che io mi provveda in Venezia di persona che paghi e riscuota i tomi che vanno uscendo, atteso che il signor Zeno, che avea questa cura, per la sua poco felice salute non si trova in istato di proseguirla.
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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano 1954
pagine 1548 |
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