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      Se queste non si rischiarano, non abbiamo dove dirigere le. nostre mire private; onde le mie, le vostre, e le speranze di tanti non possono aver oggetto determinato. Prove di questo vero sono io medesimo, Che vado agghiacciando di freddo, e son tanto vicino al sole; Dii meliora ferant. Frattanto non tralasciate di procurarvi soccorsi con le vostre fatiche, e siate persuaso che non avreste di che lagnarvi, se la mia facoltà non fosse tanto minore del mio desiderio. Conservatevi e credetemi.
     
     
     
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      AL CARDINALE ANTONIO SAVERIO GENTILI - ROMA
     
      Vienna 17 Marzo 1736.
     
      Confessando di non aver mai incominciato a meritarla, eccomi ad implorare l'autorevole protezione dell'Eminenza Vostra. Da questa pur troppo verace confessione è facile argomentare il mio rossore, la violenza della necessità che ha potuto indurmi a superarlo, e la fiducia che inspira la sua generosa benignità. Dalla rispettosa esposizione che ne farà a Vostra Eminenza Leopoldo mio fratello, quando si degni ascoltarlo, comprenderà a qual funesto cimento esponga la mia fama e l'altrui una lite eccitata costì, ch'io già credeva sopita e che sento oggi nuovamente risorta. La materia di cui si tratta è di tale delicatezza, che vi si perde anche vincendo; onde non trovo altro mezzo, per evitarne il pregiudizio, che procurare di sopprimerla. Mi obbliga a questa cura la giustizia e la gratitudine in riguardo alla persona principalmente assalita, ed il diritto di natura per la difesa del proprio onore, unico mio patrimonio, che vi andrebbe per conseguenza necessariamente ravvolto.


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Lettere
Parte prima
di Pietro Metastasio
Mondadori Editore Milano
1954 pagine 1548

   





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